È complesso oggigiorno riuscire a non conformarci alle opinioni correnti, alle ideologie e ai pensieri “della massa”. Il conformismo non è infatti un fenomeno nuovo; probabilmente è comune a tutte le epoche storiche. In questo preciso momento storico, facciamo i conti con un fenomeno di isterismo di massa, disinformazione, fake news che circolano in rete e in alcuni casi idee deliranti. Ma cosa succede nella mente della persona che si lascia travolgere dalla fobia?

La psicologia ci dice che la maggioranza influenza le persone attraverso un processo di confronto che non si concentra sui contenuti. Le persone tendenzialmente si limitano quindi a confrontare le reazioni degli altri con le proprie e a uniformarsi alla maggioranza senza troppe domande. Un altro meccanismo che entra in gioco è poi quello dell’imitazione: all’interno del gruppo sociale la persona allinea il proprio comportamento con quello degli altri; questo, perché il timore è quello di essere personalmente in errore o di aver sottovalutato una situazione complessa; così, gli altri potrebbero essere a conoscenza di qualcosa che io ignoro e forse sarebbe più saggio seguire le loro azioni e reiterarle.

Asch, studiò la pressione sociale e nelle sue teorizzazioni ritroviamo come l’essere membro di un gruppo fosse una condizione sufficiente a modificare le azioni, i giudizi e le percezioni visive di una persona. Infatti, nei suoi esperimenti il ricercatore notò come la persona nel momento in cui doveva prendere delle decisioni, esprimere delle valutazioni ed elaborare progetti, tendeva ad uniformarsi alle decisioni e alle opinioni di un gruppo, conformandosi.

Il protocollo sperimentale prevedeva che 8 soggetti, di cui 7 collaboratori/complici dello sperimentatore all’insaputa dell’ottavo (soggetto sperimentale), si incontrassero in un laboratorio, per quello che veniva presentato come un normale esercizio di discriminazione visiva. Lo sperimentatore presentava loro delle schede con tre linee di diversa lunghezza in ordine decrescente mentre su un’altra scheda vi era disegnata un’altra linea, di lunghezza uguale alla prima linea della prima scheda. Chiedeva a quel punto ai soggetti, iniziando dai complici, quale fosse la linea corrispondente nelle due schede. Dopo un paio di ripetizioni “normali”, alla terza serie di domande i complici iniziavano a rispondere in maniera concorde e palesemente errata.

Il vero soggetto sperimentale, che doveva rispondere per ultimo o penultimo, in un’ampia serie di casi iniziava regolarmente a rispondere anche lui in maniera scorretta, conformandosi alla risposta sbagliata data dalla maggioranza di persone che aveva risposto prima di lui. In sintesi, pur sapendo soggettivamente quale fosse la “vera” risposta giusta, il soggetto sperimentale decideva, consapevolmente e pur sulla base di un dato oggettivo, di assumere la posizione esplicitata dalla maggioranza. Solo una piccola percentuale si sottraeva alla pressione del gruppo, dichiarando ciò che vedeva realmente e non ciò che sentiva di “dover” dire.

Il singolo insomma può cambiare i suoi comportamenti, atteggiamenti e pensieri quando questi non sono uniformi a quelli della maggioranza per timore di essere soffocato, isolato, discriminato dal resto del gregge. Il risultato è che perde, volente o nolente, la sua indipendenza di pensiero appiattendosi sulle opinioni della massa.

Avatar Marco Cesario

Published by

Categories:

Lascia un commento